Oratorio di Sant’Agostino
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Oratorio di Sant’Agostino
Nel 1317 viene fondato l’oratorio e l’ospedale della confraternita dei disciplinati di S. Agostino costituito da due strutture sovrapposte.
L’antico oratorio è un vano rettangolare coperto da volte in cui si possono ammirare affreschi che vanno da metà del Trecento fino alla prima metà del Cinquecento.
Tra gli affreschi meglio conservati vi è la “Crocifissione tra la Vergine e san Giovanni battista” recentemente attribuita ad un maestro senese databile intorno alla seconda metà del Trecento che è un chiaro richiamo alla cultura figurativa messa in scena ad Assisi nella maestosa Crocifissione che Pietro Lorenzetti affresca nel transetto sinistro della basilica inferiore nel 1321.
Nella parete di fondo si trova un affresco raffigurante la Crocifissione che faceva parte della nuova decorazione cinquecentesca dell’oratorio iniziata intorno al 1508. Il dipinto faceva parte di un progetto decorativo più amplio che prevedeva anche la pala d’altare realizzata da Sinibaldo Ibi e Berto di Giovanni tra il 1508 e il 1511 raffigurante la Madonna con il Bambino affiancata dai santi Agostino e Sebastiano – oggi conservata presso la Galleria Nazionale dell’Umbria – che dovevano andare in pandan con i santi Domenico e Francesco affrescati ai lati della tavola. L’attribuzione della Crocifissione è stata fortemente dibattuta e oscilla tra Raffaello e Lattanzio di Giovanni.
Con l’adunanza del 23 maggio nel 1529 si decide di costruire un nuovo oratorio che doveva sorgere accanto alla chiesa di S. Agostino utilizzando alcuni locali già di proprietà della confraternita adibiti a granai e acquistando altri locali. La costruzione del nuovo oratorio dovette impiegare circa due secoli e mezzo e procedé molto lentamente in quanto le risorse finanziarie erano molto scarse e vennero impegnate inizialmente proprio per l’acquisto di rena e mattoni, la chiusura del vicolo e stabilizzare le fondamenta costruendo nuove volte e solai. Solamente dal 1586 si inizia la decorazione dell’interno dell’oratorio che parte dall’imponente decorazione lignea degli stalli e della decorazione dell’altare maggiore affidati a Marco Pace.
Per la tavola dell’altare maggiore si decide riutilizzare una tavola realizzata nel 1563 da Raffaellino del Colle raffigurante la Madonna in gloria tra i Santi; in basso troviamo al centro Agostino con ai lati Domenico e Francesco; ai lati San Giacomo Maggiore e san Filippo.
Nel 1618 venne affidato al perugino Giulio Cesare Angeli l’incarico di realizzare le dodici tele per decorare le pareti laterali dell’oratorio con le storie di San Giacomo Maggiore, di San Filippo ma anche Cristologiche come la discesa al limbo e la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Alla morte del pittore avvenuta nel 1630 erano state consegnate solamente nove tele e il ciclo pittorico venne portato a termine dopo ventisei anni tele a destra da Bernardino Gagliardi che realizzo le ultime tre tele sulla destra.
La meravigliosa decorazione del soffitto barocco venne affidata nel 1698 al francese Carlo D’Amuelle e Monsù Filippo che racchiude al suo interno le opere di Mattia Batini raffigurati i santi Filippo, Agostino e Giacomo. Dello stesso Batini sono il San Sebastiano e San Rocco ai lati del finestrone nella parete di fondo.
In sacrestia la pala d’altare è il gonfalone che nel 1625 Giovan Antonio Scaramuccia realizzò per le confraternite di San Francesco, San Domenico e Sant’Agostino.
Alle pareti, invece, si squadernano le tele realizzate da Francesco Appiani raffiguranti le storie di Sant’Agostino incorniciate nelle decorazioni prospettiche di Pietro Carattoli del 1762.